Mangiare sostenibile: sano, con una bassa impronta in termini di uso di suolo e di risorse idriche, con basse emissioni, attento alla biodiversità e agli ecosistemi, ricco di cibi locali e tradizionali, equo e accessibile a tutti
In questi ultimi anni, nel comparto agro-alimentare, sentiamo parlare molto di sostenibilità e di prodotti sostenibili, spesso confondendoli con prodotti bio o organici ; ma quanti hanno idea di cosa stiamo parlando?
Alimentazione o dieta sostenibile significa consumare cibo nutrizionalmente sano, con una bassa impronta in termini di uso di suolo e di risorse idriche impiegate, con basse emissioni di carbonio e azoto, attento alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi, ricco di cibi locali e tradizionali, equo e accessibile a tutti.
Nel mondo vi è circa un miliardo di persone che soffre la fame e molte di più sono quelle in sovrappeso o obese; due miliardi di persone, pari a circa il 30% della popolazione, è quindi malnutrito e le proiezioni al 2050, che stimano un aumento della popolazione mondiale a 9,6 miliardi, non sono rassicuranti.
Molti anni fa la dieta era sostenibile in quanto si otteneva da alimenti dei propri ecosistemi, le conoscenze, le pratiche agricole assicuravano la conservazione e l'utilizzo sostenibile della biodiversità sia selvatica sia agricola.
Parlare di dieta sostenibile significa attenzione al consumo delle risorse, e quindi riduzione drastica degli impatti negativi dell'agricoltura intensiva, ma significa altresì attenzione alle emissioni e quindi ai cambiamenti climatici (il cibo rappresenta una delle principali cause del cambiamento climatico essendo l'agricoltura globale responsabile di circa 1/3 delle emissioni).
Cibo o dieta sostenibile significa ridurre gli sprechi alimentari considerando che sono 1/3 del cibo prodotto e, cosa peggiore, l'80% di tali sprechi sarebbe ancora consumabile.
Per contenere gli sprechi alimentari si rende necessario migliorare l'efficienza della catena agro-alimentare, promuovendo modelli di produzione e consumo più efficienti e sostenibili.
L'agricoltura tradizionale sta attraversando un periodo di grande cambiamento verso l'agricoltura sostenibile affrontando tematiche quali l'agricoltura di precisione, sistemi produttivi attenti all'ambiente e ai cambiamenti climatici, alla gestione del suolo, dell'acqua e della nutrizione vegetale, le biotecnologie, la gestione delle infestanti, dei patogeni e dei parassiti, aspetti economici e sociali.
Il nuovo approccio dell'agricoltura sostenibile è un'azione che contribuisce alla transizione verso l' economia circolare, di cui tanto se ne parla a livello mondiale-europeo-italiano, ma ancora poco riusciamo a fare; si rende necessario mettere in campo azioni di sensibilizzazione dei consumatori e delle PA, indirizzandoli ad un consumo di prodotti sostenibili, ed azioni di formazione sia dei produttori quanto dei tecnici-professionisti.
L'approccio all'agricoltura, o al cibo, sostenibile è di tipo multidisciplinare spaziando dall'agronomia, all'economia, all'ecologia e al sociale; si rende pertanto necessario un corso di studi che si ponga come obiettivi formativi di portare all'acquisizione di competenze relative agli strumenti e ai concetti fondamentali delle aree più importanti dell'economia dell'ambiente, di sviluppare la capacità di trasferire tali strumenti e concetti in applicazioni di azioni per lo sviluppo sostenibile. Le attività formative dovranno far acquisire la competenza sui fondamenti di un approccio economico ai problemi ambientali e sugli obiettivi e strumenti delle politiche di controllo dell’inquinamento. La conoscenza dei temi classici dovrà essere inserita nella più ampia cornice concettuale di un approccio interdisciplinare alla sostenibilità anche con stage e project work.
L'auspicio è che l'appello di azioni di informazione e formazione, sul consumo di beni agro-alimentari sostenibili, sia accolto e si inizi a perseguire questa transizione.
[Dott. Stefano Biagiotti - Esperto in ambiente ed energia]