La susina di Montepulciano inserita nell'aggiornamento dell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali
Con Decreto del 14 luglio 2017 numero 54556, a firma del Ministro Maurizio Martina, la Mascina di Montepulciano è stata inserita nell'elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali.
Grazie al lavoro di Qualità e Sviluppo Rurale la susina poliziana potrà fregiarsi del titolo di PAT (prodotto agroalimentare tradizionale) e pertanto dare evidenza della sua tipicità.
La susina, il cui nome scientifico è Prunus domestica var. Mascina o Moscina di Montepulciano, ha il frutto (drupa) di forma ellissoidale e di piccola pezzatura, con buccia o esocarpo di colore violaceo al raggiungimento della maturazione ed è ricoperto da uno spesso strato di pruina. La polpa o mesocarpo, invece, è di colore giallo e al tatto si presenta poco consistente ma contiene un buon contenuto zuccherino e per questo motivo è molto dolce.
Il peso medio di una susina di questa cultivar varia da 25 g a 30 g, ha un diametro trasversale medio di 3/4 cm. e longitudinale di 4/6 cm.; la maturazione della drupa si ha da metà luglio ad inizio agosto; si precisa, però, che il periodo di maturazione indicato può subire variazioni dovute all’andamento stagionale.
Questa cultivar di susina rispetto alle altre può essere riprodotta o per mezzo di talea innestata su portainnesto franco oppure attraverso la semina diretta del nocciolo.
Il frutto fresco presenta un buon contenuto di zuccheri (oltre il 10%), di vitamine, in particolare le vitamine del gruppo A e del gruppo B, e di oligoelementi come il potassio (100 mg per 100 g).
Il frutto viene utilizzato, oltre che per il consumo fresco, anche per la produzione di marmellate senza aggiunta di zuccheri, grazie all'alto contenuto degli stessi presenti nel frutto. La zona storica di produzione della "Mascina di Montepulciano" è Montepulciano (SI) che si estende per una superficie di 165 kmq e si innalza su un colle alto 605 metri sul livello del mare.
La Mascina viene anche coltivata nella zona di Cortona (AR) e negli altri piccoli paesi confinanti e si trovano piante, per lo più spontanee, in tutti i comuni della provincia di Siena ed Arezzo.
La presenza e la coltivazione di questa varietà di susina nel passato sono testimoniate da una ricerca sulla propagazione del susino per talea di ramo pubblicato dalla Rivista di Ortoflorofrutticoltura italiana del 1979, dove appunto, tra le varietà utilizzate nella ricerca è riportata la Mascina o Moscina di Montepulciano. In questa ricerca è specificato che la Mascina è una delle migliori cultivar per quanto riguarda l’attecchimento delle barbatelle [G.Bartolini e G.Rosselli Rivista di Ortoflorofrutticoltura italiana Vol.63, No.1 GENNAIO-FEBBRAIO 1979 pp.57-62]. Inoltre, una probabile citazione di questo frutto sembra ravvisarsi in un opera fiorentina del 12 agosto 1832 di Giovan Battista Zannoni intitolata “ LA CREZIA RINCIVILITA” in cui la protagonista cita presumibilmente il nome della susina. Infine, più recentemente, la Mascina di Montepulciano è stata riportata nella guida “LE CITTA’ DELL’ OLIO” del 2001, edita dal Touring Club Italiano, come prodotto tipico [Le città dell’ olio in collaborazione con l’ Associazione Nazionale Città dell’ olio. Milano: Touring Club Italiano, 2001.-276p] .
A questo punto è necessario, con i produttori e trasformatori, mettere in campo azioni di tutela e valorizzazione, di questa eccellenza del nostro territorio, creando una filiera "dalla coltivazione al consumo" e pensare ad un progetto di inserimento di tale frutto nell'area valliva della Valdichiana anche accedendo a fondi regionali del PSR.
La Mascina di Montepulciano può essere consumata fresca, essiccata o trasformata in marmellata o acquavite; nell'ottica di coltivazione sostenibile ed economica circolare i noccioli possono essere utilizzati come biomassa.